domenica 3 luglio 2016

RECENSIONE - SALTATEMPO, BENNI




La storia di come sono arrivata a leggere questo libro è un po' particolare, almeno per me. 
Era un periodo in cui mi sentivo piena, troppo piena, in cui non facevo nulla di insolito dalla routine, nulla fuori dalle righe: dal lunedì al sabato andavo a tirocinio, tutti i pomeriggi avevo lezione, combattevo con i bambini a cui facevo ripetizioni e un paio d'ore a settimana mi vedevo con il mio ragazzo, con cui, perché no, si discuteva anche, sempre per le solite cose. E allora arrivavo in alcune giornate in cui, complici anche gli ormoni, volevo solo piangere, senza un motivo scatenante. Piangere e basta. 
E quel giorno di febbraio ero arrivata a voler solo piangere, ma non potevo, a tirocinio non è che si può scoppiare a piangere così, o rinchiudersi in bagno, per cui, complice l'assenza di un bambino, in quelle due ore di buco sono uscita dalla clinica e mi sono fatta una passeggiata, e mi sono ritrovata davanti un Feltrinelli Point, e sono entrata. 
Decisi allora che avrei comprato un libro completamente a caso, di qualcuno che non conoscessi e di cui non avevo sentito parlare.
Ed ecco che mi ritrovo questa copertina arancione e turchese, un colore che mi piace tanto: bene, lo compro. Non credevo però che mi avrebbe colpito così tanto...


Stefano Benni è uno scrittore, un drammaturgo ed un umorista italiano che, per mia ignoranza, non avevo mai sentito. che scrisse questo libro nel 2001.

Ci troviamo negli anni Cinquanta, anni di grandi cambiamenti, in un paesino italiano di pochi abitanti che si trova nel bosco. Qui conosciamo Saltatempo, un ragazzetto scapestrato che cresce tra le pagine di questo libro e con cui cresciamo anche noi. 
Devo ammettere che inizialmente avevo preso in antipatia questo ragazzetto, troppo diverso da me, per cui non lo riuscivo a capire. 
Poi è cresciuto e conoscendolo sempre di più, pagina dopo pagina, ho iniziato a comprendere il suo modo di pensare, la sua vita: ho iniziato ad immedesimarmi in lui. Ho iniziato a vivere la sua vita nei boschi, con i suoi compagni in cerca di ribellione, in cerca dello sballo momentaneo; ho imparato  a parlare e a discutere con i familiari; ho tentato, con scarso successo, di sopportare le molestie dei più potenti. 
E via, di corsa passano gli anni, di corsa le cose cambiano. 
Il bosco inizia ad essere sostituito con il cemento. 
La gente inizia a dare un valore diverso ai soldi: non è più quello che ti dà la possibilità di comprare ciò che ti serve, ma è qualcosa che dà potere e si entra nell'era del consumismo, in cui l'avidità fa da padrona.
La politica è nel pieno della sua trasformazione.
Girano le droghe, si cerca sempre di più di sentirsi delle potenze ultraterrene.
Si inizia a perdere il senso della realtà. 
E insieme a questo, il nostro Saltatempo ha a che fare con personaggi particolari, gnomi, fate, Ombre, che lo accompagneranno in questi anni.


Benni non tralascia alcun particolare,  non si scorda di nessuno: mentre leggevo mi chiedevo "chissà cosa starà facendo questo personaggio nel frattempo.." ed ecco qua, due pagine dopo mi aggiorna su di lui. Sono entrata così tanto nella storia che ho versato lacrime, mi sono arrabbiata, mi sono preoccupata, mi sono commossa, ho riso e ho gioito insieme ai personaggi della storia. E non mi capita spesso di entrare in tale empatia con i personaggi.
In più con questa storia ho avuto modo di riflettere molto su come questa società moderna ci abbia distrutto, come effettivamente siamo tutti ebeti davanti ad un televisore, come è difficile resistere alle ingiustizie e alle minacce di chi ha più potere di noi, ma comunque è una cosa possibile, se si ha un animo onesto. E di quanto sia importante preservare l'ambiente.

Il linguaggio del libro rende perfettamente l'età del nostro protagonista, e varia con il passare degli anni. Rimane spesso crudo, con un maggiore impatto.

Mi sono innamorata di questo libro, ve lo consiglio caldamente. 

Alla prossima lettura,
S.

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