sabato 13 settembre 2014

Intervista con.. Rebecca Domino

Lettori miei cari, eccomi alla mia prima intervista!
Si tratta di Rebecca Domino, autrice di "La mia amica ebrea" e di "Fino all'ultimo respiro" (Recensione qui )
Iniziamo :D (Oddio, che emozione *-*)

  • Innanzittutto Rebecca, parlaci di te: cosa fai, cosa hai fatto,quali sono le tue passioni, oltre la scrittura ovviamente?
Ho 29 anni, abito in Toscana e la mia passione, oltre alla scrittura, e' viaggiare. Mi piacciono le cose semplici, stare con le persone che amo, andare al mare...

  • E come e quando ti sei avvicinata ai libri e alla scrittura?
Ho cominciato a scrivere quando andavo alle scuole elementari e nello stesso periodo mi sono appassionata alla lettura. Ho continuato a scrivere dei romanzi, prima brevi poi sempre piu' lunghi, fino a dopo la scuola superiore, a quel punto volevo lavorare in teatro e quindi mi sono concentrata su quello, mettendo da parte la scrittura. Ho vissuto a Londra per un anno proprio per cercare di realizzare il mio sogno di recitare, ho fatto qualche esperienza nell'ambiente e ho capito che in fondo non mi piaceva davvero, quindi sono tornata alla mia passione iniziale, la scrittura

  • E hai qualche genere in particolare che ti attrae quando entri in libreria?Vai dritta verso un reparto o giri per gli scaffali senza una meta precisa?
Di solito cerco le storie vere, o storie che avrebbero potuto essere vere. M'interessano gli argomenti di cui si parla poco, le storie cariche di pathos e mi piacciono anche i romanzi vittoriani, comunque di solito girovago per la libreria prendendo in mano tutti i libri che mi attirano per titolo o copertina, poi leggo la trama e li sfoglio...
  • Hai detto di essere stata a Londra: questo anno di esperienza ti ha insegnato che Londra non va vista ma vissuta, come hanno imparato le nostre care protagoniste di " fino all'ultimo respiro"?
Si :) puoi guardare dei video su Londra, ma quando sei li', quando la vivi, ti rendi conto di quanto sia elettrizzante, viva, piena di opportunita', un mix di culture, storie, persone... in linea di massima c'e' una grande apertura mentale, ho conosciuto sia persone inglesi che provenivano dai paesini della campagna sia ragazzi australiani; si puo' andare a giro di notte in tutta sicurezza sino a tarda ora (sto parlando del centro) ci sono cinema, teatri, eventi (spesso gratuiti) pub e via dicendo... sicuramente puoi incontrare tante persone e fare tante esperienze che ti arricchiscono dentro.

  • Andare a Londra è un mio sogno nel cassetto; quali altri posti hai girato?
Sono stata a Los Angeles due volte (e' la mia citta' preferita), a San Diego, a Orlando (per i parchi di divertimento), in Spagna, a Parigi e ho fatto uno scambio culturale in una cittadina francese gemellata con il paese dove abito, li' eravamo un sacco di ragazzi e ragazze da diversi Paesi e quindi e' stata sicuramente un'esperienza interessante, vivere localmente e in piu' conoscere gente dalla Scozia, dalla Francia e addirittura dalla Palestina

  • Fantastico! Sia tu che tua sorella Sofia siete scrittrici, che rapporto avete tra voi?
Andiamo d'accordissimo, siamo molto legate e non proviamo mai invidia o gelosia per l'altra, in nessun ambiente. Ci supportiamo moltissimo nella scrittura, suggerendoci idee per le trame, aiutandoci nelle fasi di editing e via dicendo... sicuramente vivere quest'avventura insieme e' stato importantissimo.

  • Si, credo proprio di si, è fondamentale avere qualcuno accanto che ti capisca e ti supporta. aiuta a crescere!Ora che ti ho conosciuta meglio, passiamo al libro, con una domanda che sicuramente ti avranno fatto tutti: perchè questo tema cosi importante e delicato?
L'idea per "Fino all'ultimo respiro" e' nata in maniera improvvisa mentre stavo scrivendo uno di quei romanzi che scrivo solo per il piacere di farlo, sapendo gia' che non li pubblichero'. A un certo punto mi e' venuta in mente la storia di quest'amicizia fra due diciassettenni, di cui una malata di leucemia. Ammetto che all'inizio temevo che non sarei riuscita a finire di scrivere il romanzo, perche' prima di cominciare a scrivere un libro e spesso anche durante la stesura faccio delle ricerche su tema, e "Fino all'ultimo respiro" non ha fatto eccezione. Mi sono messa a cercare storie e video di ragazzi e ragazze che hanno o hanno avuto il cancro e mi aspettavo storie di dolore, paura e morte e, anche se questi aspetti naturalmnte ci sono, spesso sono messi in secondo piano dalla voglia di vivere, dalla forza, dalla risata e dall'altruismo e sono rimasta a bocca aperta da tutto cio'! Penso che di fronte a una diagnosi di cancro io stessa avrei vacillato e forse non sarei riuscita ad avere tutta quella forza e quell'ottimismo e quando vedi persone di 15-20 anni che a dispetto di tutto ridono, fanno progetti e fanno di tutto per aiutare altri loro coetanei in situaizoni simili, allora non puoi fare a meno di sentirti grata per averli avuti in qualche modo sul tuo cammino. Sono state le loro storie a spingermi non solo a finire di scrivere il romanzo, ma anche a renderlo leggibile gratuitamente, incoraggiando i miei lettori a donare a Teenage Cancer Trust. Se avessi incassato anche solo un centesimo dalla vendita del romanzo, mi sarei sentita "sporca".

  • Ed ecco qui che hai risposto anche ad un'altra domanda che avevo in mente, cioè se l'idea dell'iniziativa benefica (per cui ti ammiro molto) è venuta già all'inizio o se è nata mentre ricercavi notizie. Hai mai conosciuto personalmente persone malate di cancro?
Conosco delle persone adulte che hanno avuto il cancro e che sono sopravvissute, mentre ne conoscevo altre - anche queste adulte - che purtroppo hanno perso la loro battaglia. Non ho mai conosciuto di persona dei giovani con il cancro ma sono in contatto con alcuni ragazzi e ragazze, sia italiani sia stranieri, per via del mio progetto "Adolescenti e cancro". Non e' come conoscerli di persona, naturalmente, pero' con alcuni di loro ci sentiamo spesso e parliamo di tutto: dalle nostre passioni, a cosa facciamo quotidianamente, ai progetti per il futuro...

  • Entrambe le protagoniste del libro hanno un carattere forte e coraggioso, ma non di quelli "finti" senza macchie e senza paure, ma umani, che hanno vacillato di fronte a questi problemi più grandi di loro. Ti sei ispirata a qualcuna delle tue conoscenze in particolare quando descrivevi questi personaggi?
No, non mi sono ispirata a nessuno per quanto riguarda Allyson. I personaggi nascono sempre dentro di me in maniera autonoma, si fanno conoscere e solitamente io li scrivo come sono, con i loro pregi e difetti... per quanto riguarda Coleen, e' successo lo stesso: nella mia mente si e' presentata questa ragazza di 17 anni sicura di se' ma in fondo anche fragile e bisognosa d'amore, ironica, forte ma anche riflessiva... pero' Coleen fa e dice molte cose che ho riscontrato nelle testimonianze dei ragazzi che hanno o hanno avuto il cancro, anche se molti discorsi su cosa pensa che ci sia dopo la morte ecc sono miei.

  • E invece per quanto riguarda Neil ( per cui fonderei un fan club) e Scott? Anche loro sono personaggi totalmente inventati? (Ti prego dimmi che Neil esiste davvero *-*)
Spiacente ma entrambi sono personaggi inventati Poco dopo aver "conosciuto" Allyson nella mia mente e' entrato ques'altro personaggio, il fratello maggiore, Neil: un fratello che, nonostante sia un tipo piuttosto facile con le ragazze, in realta' e' molto assennato, farebbe di tutto perla sua sorellina e quando si rende conto che non puo' proteggerla da quello che sta succedendo a Coleen le sta vicino come meglio puo' e crede, con le battute, cercando di farla ridere o semplicemente essendo li', in silenzio, ma al suo fianco. Scott e' un personaggio che io considero secondario, mi sembrava irreale che una diciassettenne non avesse nessun interesse amoroso e quindi Scott e' stato inserito nella storia, ma ha un ruolo marginale in tutto il romanzo anche se poi alla fine si lascia intendere che finalmente Scott potra' avere Allyson tutta per se', partono insieme ecc... non si sa se rimarranno insieme fino a sposarsi o se poi si lasceranno, un po' come tutte le relazioni fra giovani.

  • Chissà se ci sarà una piccola Coleen!! Un'ultima domanda: hai altri progetti in mente?
Si, ho altre idee ma al momento sono molto impegnata con il progetto/sito Internet "Adolescenti e cancro" che ho deciso di aprire qualche mese dopo aver scritto il romanzo ""Fino all'ultimo respiro". Il progetto e' stato lanciato il 2 settembre e il suo scopo primario e' quello di diventare un punto d'aggregazione, confronto e supporto reciproco fra adolescenti e giovani adulti (13-24 anni) sia italiani sia stranieri che hanno o hanno avuto il cancro, ed e' stato pensato specialmente per coloro che sono o sono stati curati nei reparti pediatrici o in quelli per adulti (e non in quelli a misura di adolescente) e che magari non conoscono di persona altri giovani in situazioni simili alla loro. Attraverso il nostro progetto vogliamo favorire il supporto reciproco e la nascita di nuove amicizie tramite lo scambio d'indirizzi e-mail, le storie, i video e le iniziative; inoltre vogliamo informare la popolazione, specialmente i giovani, sui 5 sintomi di base del cancro nei giovani e vogliamo incoraggiare le persone a diventare donatori di sangue/midollo osseo. Questo e' il link al sito www.adolescentiecancro.weebly.com e questa e' la nostra pagina Facebook, se volete darci una mano a crescere cliccate "mi piace" e invitate i vostri amici a fare lo stesso, grazie di cuore!http://www.facebook.com/adolescentiecancro

  • Ah.. aspetta.. Ma Jock e Malina come stanno?

Jock cerca di continuare a farsi forza e pian piano anche Malina, secondo me, ci riuscira'... perdere un figlio dev'essere un'esperienza terribile e penso che anche se una persona fa di tutto per continuare ad andare avanti, quel dolore e' sempre dentro. Sai, l'anno scorso e' morta una ragazza di un anno piu' piccola di me (aveva 28 anni ancora da compiere) che conoscevo di vista e abitava qui vicino con la sua famiglia, non e' morta di cancro, e' nata con dei problemi alle gambe ma ha sempre combattuto con operazioni ecc, un giorno come un altro  le e' "scoppiato il cervello" cosi' hanno detto i dottori ed e' morta dopo un anno e mezzo di coma... vedo sua nonna quasi ogni giorno, spesso vedo anche suo padre e suo fratello gemello, questo continua con la sua vita cercando lavoro all'estero, la nonna ha altre nipoti piccole di cui occuparsi e il  padre lavora come insegnante fra i ragazzi... ma spesso se guardi negli occhi di sua nonna, che l'ha cresciuta  come una madre, vedi quel qualcosa che non saprei spiegare a parole... ho preso  ispirazione anche da questa vicenda soprattutto per il funerale di Coleen, quelle sono un po' le sensazioni che ho avuto io al funerale di Debora (questo era il nome della ragazza); nonostante la tristezza e il dolore c'era qualcosa di... sereno... non so se mi sono spiegata bene...

  • Si, chiarissima! Purtroppo il dolore dei genitori per la perdita di un figlio è un qualcosa di inspiegabile, fuori natura..Grazie di tutto Rebecca e in bocca al lupo per il futuro!!!
Grazie mille per la bellissima intervista!

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